Il progetto “Peso Positivo”
E’ un dato di fatto: secondo le ultime ricerche l’età di insorgenza dei disturbi alimentari è stimata ai 10 anni di età. Il periodo pandemico inoltre ha visto crescere pericolosamente del 35-40% il numero dei DCA, (disturbi del comportamento alimentare) a causa dello stravolgimento delle abitudini e degli equilibri delle famiglie. Sempre secondo le ultime ricerche anoressia e bulimia causano ogni anno in Italia circa 4.000 morti, ovvero circa 10 morti al giorno. Purtroppo l’esordio di questi disturbi è subdolo: dapprima questi comportamenti vengono strutturati nel pensiero, insinuandosi pericolosamente nella nostra mente; solo in un secondo momento sfociano nella loro piena esternazione fisica, facendosi in qualche modo riconoscere.
Ho avuto il piacere di partecipare ed intervenire all’evento organizzato da “Peso positivo”, un progetto creato dal Fondo per l’Anoressia Famiglia Peppino Fumagalli, depositato presso la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, nato con lo scopo di affrontare il tema dei disturbi alimentari in modo diretto e parlare ai giovani attraverso una comunicazione semplice. Peso Positivo si propone su Instagram come un potentissimo strumento di divulgazione: grazie a Giulia e Bea, le due anime del progetto, e ad un team di medici ed esperti, vengono continuamente proposti contenuti, consigli, spiegazioni che riguardano il complicato tema dei DCA.
Anoressia e bulimia sono la seconda causa di morte tra i giovani dai 12 ai 25 anni e coinvolgono per il 90% bambine e ragazze. Prevenirle non è affatto facile: i cosiddetti sintomi dei DCA possono essere facilmente confusi con i cambiamenti che insorgono nella tipica fase adolescenziale, un periodo della vita in cui la tristezza, il desiderio di isolarsi, l’insicurezza verso se stessi, il paragonarsi con i modelli imposti dalla società, emergono in modo preponderante.
Cosa possiamo fare noi genitori? Ecco alcuni consigli pratici
Attiviamo abitudini positive
Cerchiamo di insegnare ai nostri figli che il cibo è nostro amico, e che attraverso abitudini positive è possibile stare bene, in salute con la nostra mente e il nostro corpo. Non ci sono cibi da stigmatizzare, o cibi “premio”: proponiamo invece un modello di vita sano e focalizziamoci sul piacere collegato al mangiare bene e al fare sport.
Denunciamo l’ossessiva attenzione che la nostra società riserva all’aspetto del corpo
Spesso i modelli di riferimento della società portano a una distorsione del giudizio sulla propria fisicità. Evitiamo anche i commenti che possono denigrare e consolidare l’immagine distorta che uno ha di sé, anche se detti in buona fede. Proponiamo invece un corretto approccio verso il cibo, coinvolgendo i nostri figli nella preparazione dei pasti, oppure nelle attività come la cura di un orto.
Poniamoci come modello e puntiamo sulla comunicazione efficace
Educhiamo bambine e bambini ai cibi sani proponendoli nell’alimentazione di tutta la famiglia. Noi genitori siamo il loro punto di riferimento. Non dimentichiamoci di dimostrare loro non solo con i gesti, ma anche con le parole, il nostro amore e la nostra fiducia verso di loro. Dire ai nostri figli “ti voglio bene”, “sono orgoglioso di te”, “ho fiducia in te” rafforzerà l’autostima e la sicurezza verso se stessi.