Il gap esistente tra intenzione ed azione
Siamo tutti consapevoli della sfida che ognuno di noi deve affrontare per cambiare le proprie abitudini e provare a vivere in modo più responsabile e sostenibile possibile. Secondo un’indagine sulle tendenze di acquisto di prodotti eco-sostenibili, si riscontra un aumento sempre maggiore verso la sensibilità che concerne i temi ambientali: l’88% dei consumatori intervistati ritiene molto importante che un prodotto sia sostenibile, l’11% poco importante, l’ 1% per niente importante.
Sono i giovani i veri consumatori della società del futuro, ed educarli a uno stile di vita sostenibile è una nostra responsabilità; non solo dobbiamo renderli coscienti dell’importanza dell’acquisto sostenibile, ma dobbiamo impegnarci a colmare il divario esistente tra intenzione ed azione.
In quanti siamo a tradurre la consapevolezza di dover cambiare le nostre abitudini in azioni a basso impatto ambientale?
Certo, i piccoli gesti sono comunque ben accetti, ma non se sono legati alla mera opportunità di ricavarne risparmio e non quando ci vedono coinvolti a un reale stravolgimento della nostra routine (come ad esempio riutilizzare volentieri le borse della spesa ma evitare di utilizzare l’automobile quando possibile).
Per cambiare un’abitudine è necessario avere chiaro un obiettivo da perseguire, uno scopo più alto, come quello di poter contribuire attivamente per promuovere un’economia circolare, ridurre i rifiuti, prevenire l’impatto della plastica sull’ecosistema, e mettere in pratica i valori acquisiti, le decisioni prese consapevolmente e percepire la gratificazione che le nostre scelte possono avere sulla nostra vita. Non ci basta sapere che siamo noi a decidere come e dove i nostri figli vivranno in futuro?
Pensare a lungo termine. Cosa ci impedisce di acquistare prodotti sostenibili?
Uno degli ostacoli più significativi è il prezzo: in linea di massima i prodotti “green” richiedono un investimento maggiore rispetto a quelli tradizionali per la qualità dei materiali utilizzati, per i costi legati ai processi di produzione, e per la minore richiesta da parte del mercato. I prodotti e i servizi sostenibili ci sembrano più cari perché quelli convenzionali risparmiano nel breve periodo, ma generano costi più elevati che dovremo sostenere in futuro in termini di smaltimento, salute e tutela ambientale.
Si pensi ad esempio alla differenza tra i pannolini non biodegradabili rispetto a quelli ecologici: i primi avranno sicuramente un prezzo inferiore rispetto ai secondi, essendo le materie prime biologiche di cui sono composti non sempre facilmente accessibili, con la conseguente maggiorazione in termini di costi di trasporto. Si pensi ai vantaggi nell’utilizzare i secondi rispetto ai primi, in termini di salute per la pelle dei propri figli, all’utilizzo di materie naturali e prive di sostanze chimiche, alla gestione del loro smaltimento. Siamo abituati a farci condizionare dal prezzo, dalle offerte, dagli sconti e preferiamo “salvare il nostro portafoglio”, piuttosto che salvaguardare la salute del nostro pianeta.
Occorre fare un passo alla volta, e tradurre la consapevolezza di dover cambiare le nostre abitudini in gesti concreti, ripensando al modo in cui facciamo acquisti, evitando il superfluo e pensando a lungo termine.